
Fisco, in Francia parte il monitoraggio dei social network
Con un decreto pubblicato lo scorso 13 febbraio, la Francia ha fissato i termini di applicazione di una norma che istituisce un sistema di monitoraggio dei social network per individuare forme di evasione fiscale.
All’amministrazione fiscale francese viene data dunque la possibilità di intercettare, attraverso l’analisi dei social network, la presenza di eventuali incongruenze tra il tenore di vita dei contribuenti e la loro dichiarazione dei redditi.
Il sistema si basa sull’intelligenza artificiale, in particolare su un algoritmo che permette di raccogliere e analizzare i dati tutelando la privacy degli individui coinvolti.
MONITORAGGIO DEI SOCIAL NETWORK, UNA SPERIMENTAZIONE IN DUE FASI
Il sistema di monitoraggio dei social network a fini fiscali sarà sperimentato per almeno 3 anni. La sperimentazione sarà in due fasi:
– una prima fase di apprendimento e progettazione che servirà a raccogliere i dati e migliorare la tecnica di raccolta;
– una seconda fase in cui i dati raccolti verranno trasformati in informazioni utili per rilevare le incongruenze fiscali.
Per tutelare la privacy degli utenti/contribuenti i dati raccolti potranno essere usati dal Fisco francese solo a due condizioni:
– che siano dati disponibili liberamente;
– che derivino da contenuti che l’utente ha volontariamente deciso di rende pubblici.
Una volta raccolti, i dati potranno essere conservati non oltre i 30 giorni o non oltre un anno.
FISCO E TECNOLOGIA. COME STA L’ITALIA
Anche l’Italia si sta muovendo per integrare forme di digitalizzazione della gestione del Fisco.
Lo scorso marzo, durante un’audizione al Senato, il Direttore dell’Agenzia Entrate ha delineato la strada da seguire:
- Digitalizzare i servizi per gli utenti;
- Valorizzare il patrimonio informatico;
- Giungere a una maggiore interconnessione tramite il digitale con attori esterni;
- Digitalizzare i processi e gli strumenti di lavoro (digital workplace);
- Cybersecurity e protezione dei dati;
- Favorire l’integrazione con la digitalizzazione della PA;
- Svolgere attività di controllo più precise grazie ai dati e alle tecnologie informatiche.
C’è spazio anche per l’intelligenza artificiale, che migliorerà i processi per la valutazione del rischio di non-compliance dei contribuenti, individuando più facilmente i soggetti a maggiore rischio di evasione fiscale.
Le Direzioni generali e provinciali potranno muoversi in modo autonomo nell’analisi dei dati e nei successivi accertamenti.
E LA PRIVACY?
I processo di digitalizzazione dei controlli fiscali in Italia dovrà avvenire nel rispetto del principio di proporzionalità.
Il principio indica che le azioni intraprese dalle istituzioni per realizzare i propri obiettivi non debbano superare i limiti di ciò che è ritenuto idoneo e necessario al conseguimento degli obiettivi stessi. Come dimostra l’Agenzia delle entrate nella gestione delle fatture elettroniche, stabilire la proporzionalità di un’azione non è sempre facile.
Ci si aspetta dunque la produzione di norme che proteggano da abusi e usi illeciti dei dati.
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